Bangio.gif (4993 bytes) FAVOLE
LA GIOVENCA E IL BUE

    Una giovenca guardava un bue al lavoro e lo compiangeva per le sue fatiche.
Ma quando giunse la festa, al bue sciolsero il giogo;la giovenca ,invece,
la presero per immolarla.Sorrise il bue vedendola, e le disse: << Per questo,
o giovenca, ti lasciavano oziare: perche' dovevano sacrificarti presto>>.

La favola mostra che i pericoli incombono su chi sta in ozio.

                
I DUE CANI

    Un tale che aveva due cani ne addestro' uno alla caccia e allevo' l'altro 
per guardia della casa.Quando poi il primo, andava a caccia, prendeva della 
selvaggina, ne gettava una parte anche all'altro.Allora il can da caccia,
sdegnato, comincio' ad insultare il compagno,perche' lui andava fuori,
sobbarcandosi a continue fatiche, mentre l'altro godeva il frutto del
suo lavoro,senza far nulla.Il cane domestico gli rispose: <<Non con me
devi prendertela, ma col nostro padrone, che mi ha insegnato ,non a
lavorare,bensi' a sfruttare il lavoro altrui>>.

Cosi' non si possono biasimare i fanciulli pigri,quando li rende
tali l'educazione dei loro genitori.


LE API E ZEUS

    Le api, gelose perche' gli uomini si servivano del loro miele,
andarono da Zeus e lo pregarono di conceder loro il potere di
uccidere a colpi di pungiglione chiunque si avvicinasse ai loro 
alveari.Zeus, sdegnato per tanta malignita',fece si' che esse,
non appena colpiscono qualcuno,perdono il pungiglione e dopo di 
questo la vita.

Questa favola s'attaglia a certe persone maligne che si 
rassegnano ad essere anche'esse coinvolte nei danni inferti
agli altri.


IL RANOCCHIO MEDICO E LA VOLPE

     Standosene nel pantano, un ranocchio annunciava un giorno
a gran voce a turri gli animali: <<Io sono un medico pratico
di ogni sorta di cure >>.E la volpe,udendolo,disse:<<Ma come 
potrai guarire gli altri ,tu che sei zoppo e non sei capace
di curare te stesso?>>.

Come potra' insegnare agli altri chi e' digiuno di scienza?


IL FABBRO E IL SUO CANE

     Un fabbro aveva un cane che continuava a dormire mentre lui
lavorava;appena pero' si metteva a tavola, se lo trovava al fianco.
<< Brutto poltrone >>, gli disse, gettandogli un osso, << dormi
quando io batto l'incudine ;ma basta che muova le mascelle, 
e ti svegli subito!>>.

La favola svergogna i dormiglioni, i pigri e tutti quelli
che vivono delle altrui fatiche.


LA ZANZARA E IL TORO

     Una zanzara che s'era posata sul corno d'un toro e vi era
rimasta a lungo, quando fu sul punto di volar via, gli chiese se
gli faceva piacere che finalmente se ne andasse. E il toro 
<< Non ti ho sentita venire; non ti sentiro se te ne andrai >>.

Ecco una favola che si potrebbe usare a proposito di un uomo
da nulla, che, venga o vada, non fa ne' caldo ne' freddo.